Benvenuti nel Blog dell'Investimento Immobiliare a Milano

Questo blog contiene una gran fetta delle informazioni necessarie per entrare nell'ottica dell'investimento immobiliare a Budapest. Sono presenti sia informazioni riguardanti il mercato in generale di Budapest, sia dati inerenti agli aspetti legali, riassunti in metodiche pratiche che suggeriscono soluzioni a chi sceglie di fare questo passo verso l'Est. Sono presenti anche degli update generali su Budapest come mercato d'investimento.

Monday, January 4, 2010

Borse dell'Europa dell'Est positive, brilla Budapest

Le principali borse dell'Europa dell'Est hanno chiuso l'11 Dicembre con rialzi.

L'indice RTS ha gudagnato a mosca l'1,1% a 1.366,36 punti. I positivi dati macroeconomici arrivati salla USA hanno messo di buon unore gli investitori anche sulla piazza finanziaria moscovita. Tra le blue chips russe LUKoil ha guadagnato l'1,2% Rosneft l'1,4, Gazprom l'1,8 e Sberbank l'1,7%.

Il BUX a Budapest ha guadagnato l'1,9 a 20.939,60 punti. Tutte le blue chips ungheresi hanno chiuso in rialzo. OTP Bank ha guadagnato l'1,3%, MOL l'1,2%, Magyar Telekom l'1% e Gedeon Richter il 4,3%.

Il PX a Praga ha guadagnato lo 0,8% a 1.110,00 punti. I volumi di scambio sono stati anche oggi molto bassi. Tra i titoli principali del listino ceco Komerci Banka ha chiuso in rialzo del 2,1, Erste Group Bank dello 0,6, Ceske Energeticke Zavody dello 0,1% e Telefonica 02 C.R. dell'1,2%.

Il WIG a Varsavia ha chiuso in rialzo dello 0,8% a 39.463,07 punti. KGHM Polska Miedz ha registrato una ripresa sulla scia dei prezzi dei metalli ed ha guadagnato l'1,8%. Tra le altre blue chips polacche Bank Pekao ha guadagnato il 2,7%, PKO Bank Polski lo 0,7% e Telekomunikacja Polska l'1,4%. PKN Orlen ha perso l'1,6%.

Estratto tratto dalla redazione di Borsainside.

Thursday, August 16, 2007

Scopri il fascino di budapest - Commenti Investimento Budapest

Il "fascino" del titolo, è quello che attira gli speculatori . Herald Tribune, sezione immobiliare, 19 agosto 2005 (f.b.)
Titolo originale: The charms of Budapest unveiled – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini Paragonata a Praga, il cui magnifico centro storico oggi attira compratori di appartamenti quanto turisti, la più grande Budapest è stata meno magnetica per i cacciatori di proprietà in Centro Europa. Sino a poco fa. Dopotutto, a Budapest non manca certo il fascino. La collina del Castello nella zona alta di Buda, guarda a est oltre il Danubio; Hosok ter, o Piazza degli Eroi, a Pest, attira irresistibilmente gli ungheresi nelle giornate di festa nazionali; la tranquilla isola di Margaret, nel Danubio tra le due parti della città, sono solo alcune delle cose interessanti. L’ingresso dell’Ungheria nell’Unione Europea l’anno scorso, insieme alle attese di entrare nell’area Euro entro il 2010, ha spinto verso l’alto i prezzi dei solidi edifici urbani di epoca asburgica e di altri tipi di alloggio. Gli edifici nuovi, che secondo gli agenti immobiliari sono in generale un orientamento più sicuro per gli acquirenti esteri, vendono anche a prezzi più alti, anche se la carenza di spazi edificabili in centro ha mantenuto l’attività edilizia al minimo. ”Il rubinetto, per quanto riguarda la zona centrale, si chiuderà definitivamente fra circa 18 mesi: l’offerta di sistemazioni di alta qualità, semplicemente, non può tenere il passo con la domanda” dice Robert Beck della Avatar International, che in Ungheria è specializzata in edifici di nuova costruzione. Ma anche altri fattori stanno aumentando l’interesse degli stranieri per Budapest. I voli regolari di EasyJet, Jet2 e altre compagnie a basso costo dalle città dell’Europa occidentale hanno reso Budapest più accessibile ed economica da raggiungere. I tassi di interesse sono scesi, mentre lo sviluppo del mercato finanziario – in un paese dove si effettuavano solo transazioni in contanti sino a dieci anni – ha reso le cose più facili. E le procedure legali sono diventate più semplici e trasparenti: anziché dover formare una società o trovare un associato ungherese, ora basta un’autorizzazione municipale, che di solito si riesce ad ottenere in un giorno. Nel frattempo, i progetti di rinnovo urbano hanno trasformato spazi senza particolari caratteristiche in luoghi di incontro. Tipici la pedonalizzata via Kiraly, nel vecchio quartiere ebraico di Pest, che ora ospita alcuni degli immobili di più alto valore della città, o la piazza Franz Liszt, vicono a Oktogon in cento a Pest, ricca di bar e ristoranti di moda all’aperto. Howard Duff, uomo d’affari britannico del Galles settentrionale, è stato a Budapest solo una volta prima di comperare un appartamento da 70 metri quadrati. L’ha pagato 30 milioni di forint ungheresi, pari a 150.000 dollari, nel Distretto VI, a cinque minuti a piedi dal Teatro dell’Opera in centro a Pest. ”Sono rimasto impressionato da cosa offriva la città” dice. “È dinamica e sofisticata, e nonostante l’aumento dei prezzi, le cose costano ancora molto meno che nelle città dell’Europa occidentale”. A differenza della maggior parte degli acquirenti stranieri, che comprano per investimento, Duff pensa di usare il suo appartamento come pied-à-terre. “Raggiungo l’aeroporto di Manchester in 45 minuti e prendo un volo di due ore e mezza per Budapest” dice. “Si fa prima che andare in macchina a Londra”. Ma se dovesse cambiare idea, potrebbe realizzare un profitto netto dal suo acquisto. Valerie Power della Eastern European Properties, compagnia irlandese che opera su Ungheria e Slovacchia, dice che i prezzi edifici storici e nuovi si rivalutano rispettivamente almeno del 10 e 30 per cento l’anno, e la tendenza aumenterà in futuro. Gli affitti tipici nell’area sono del 6 per cento. ”L’interesse principale è per chi compra sperando di vedere i propri investimenti salire moltissimo di valore nei prossimi anni” dice Power, osservando che gli acquirenti britannici e irlandesi, esclusi dai mercati interni, sono diventati fondamentali per quelli esteri. Beck, della Avatar, sostiene che il desiderio di profitti è un buon motivo per cui gli stranieri dovrebbero valutare attentamente prima di comprare. ”Gli edifici storici nel centro di Pest sono magnifici da vedere, ma se guardiamo oltre l’intonaco si trovano problemi strutturali e di altro tipo” dice, aggiungendo che anche vecchi ascensori, poca sicurezza, e assenza di cose come piscine e palestre sono tutti fattori negativi. Dunque, cose e dove comprare, a Budapest? Le zone preferite dagli stranieri sono da tempo i Distretti V, VI e VII, in centro a Pest. Ma gli agenti sostengono che il Distretto V – che ospita i principali alberghi a cinque stelle di Budapest e Vaci ut, la più bella via commerciale – è esaurito, e stanno diventando rare anche le possibilità di buoni investimenti negli altri due quartieri. Ciò si deve in parte allo spostamento verso il centro delle persone che si erano a suo tempo trasferite nella fascia verde esterna, per evitare spostamenti pendolari; la M0, strada di circonvallazione di Budapest, è ancora incompleta, e gli abitanti dicono che ci vuole più di un’ora dal centro ai sobborghi. Ci sono possibilità in altre zone. Anche se sono costosi (alcuni agenti usano il termine “sovraprezzati”), i Distretti I e II - a Buda – sono tranquilli, e l’aria è migliore grazie ai limiti per le auto private nella zona della collina del Castello. Uno dei più importanti interventi del Distretto I è senza dubbio la Anjou Residence, due edifici per un totale di 52 appartamenti di lusso, molti dei quali con vista sul Danubio. Un appartamento di 77 metri quadrati si vende per circa 78 milioni di forint ungheresi. Altrove, sempre nel settore lusso, ci sono appartamenti da 98 a 128 metri quadri alla Riverside Apartment House nel Distretto XIII nel nord di Pest . Il prezzo di partenza è di 55 milioni di forint, si ha accesso alla piscina, sauna e altre strutture. Per chi preferisce l’ old style, la scelta è il Distretto II, e in particolare Rozsadomb, o Collina delle Rose, vicino al ponte Margaret a Buda, con grandi ville e molte ambasciate. La mancanza di spazi e gli alti prezzi dei terreni riducono la quantità dei nuovi interventi, ma sono disponibili appartamenti di alto livello a Pusztaszeri ut. Julie Molnar della Budapest Resources descrive questo intervento come unico, con isolamento di altissima qualità, tubature di rame e altri elementi. I prezzi vanno da 67 milioni di forint a circa 130 milioni, col prezzo più alto per gli appartamenti all’ultimo piano con terrazzo.

Wednesday, August 8, 2007

Budapest casa dolce casa

Dopo Parigi e Praga, oggi è il momento della città ungherese. Dove sempre più italiani comprano casa. Aspettando il boom immobiliare

Capita a volte di visitare città romantiche, vibranti. Città di cui si intuisce un futuro promesso, e non ancora consumato. Può capitare poi, e negli ultimi anni capita spesso, di sognare un investimento redditizio ma sicuro, come gli immobili, ma i costi al metro quadrato nelle città italiane sono appannaggio di pochi. E allora il sogno può portare verso Est. A Budapest, per esempio.
Seppur difficile da quantificare concretamente (perché le strade per acquistare sono molte e diverse) a detta degli immobiliaristi che lavorano sul territorio sono centinaia gli italiani che hanno scelto negli ultimi mesi di comprare una casa nel centro storico della Parigi d'Oriente. Per il suo passato di capitale imperiale, per l'architettura barocca sulla collina di Buda o l'atmosfera jugendstil dei vicoli di Pest. "E poi il traffico è ancora umano, i mezzi pubblici efficientissimi e gli abitanti conservano una gentilezza che nelle nostre grandi città s'è persa", dice Adolfo Stella, impiegato di Roma. "Le auto rispettano le corsie preferenziali, si sorride molto. Io sto seriamente pensando di trasferirmi".
E poi i caffé, la vita artistica e notturna si sono adeguati in un attimo all'ingresso in Europa, e senza conoscere l'impennata dei prezzi. Che restano abbordabili, anzi, abbordabilissimi. Immobili compresi. "Appena ho avuto la possibilità ho comprato due appartamenti in pieno centro storico: 40 metri quadrati, 40 mila euro ciascuno. Altro che i prezzi di via del Corso, dove oggi si arriva a 10 mila euro al metro", gongola Stella. "La cosa che rimpiango, però, è di non averlo fatto prima, dopo il crollo del Muro: all'inizio degli anni Novanta una casa di media grandezza costava al massimo 10, 20 milioni di lire. L'avevo intuito già allora che con l'ingresso nell'Unione Europea si sarebbe ben presto raggiunto un tenore di vita simile al nostro. E ora che l'euro è vicino (presumibilmente nel 2011, ndr), se il processo sarà simile a quello che abbiamo visto in Italia, i prezzi impazziranno".
Per ora si aggirano, per i palazzi più antichi e prestigiosi della settecentesca Buda, tra i 2700-3800 euro al metro quadrato. A Pest, la città bassa, di impronta più novecentesca, vanno da 3000 a soli 700, man mano che ci si allontana dal Danubio.
L'analisi di Alex Benedetti, membro del direttivo del Cepi (l'associazione che riunisce i mediatori e gli amministratori immobiliari dei Paesi dell'Unione Europea), conferma che di storie come quelle di Stella ce ne sono tante. "L'acquisto di immobili in città da parte di privati stranieri è un fatto recente, e coinvolge anche molti italiani. La ragione è presto detta: gli investitori attendono la rivalutazione dovuta alla crescita economica dell'Ungheria, che procede a ritmi molto più elevati rispetto a gran parte dell'Europa occidentale: nel 2006 ci si aspetta un tasso del 4-4,5%, contro l'1,5% dell'Italia". Il fenomeno investe anche le altre capitali orientali: "Vilnius, Riga, Tallinn, Varsavia, Cracovia e Bratislava: sono tutte prese d'assalto. Praga in realtà è stata la prima a essere "scoperta", già dall'inizio degli anni Novanta. Ma Budapest oggi è il futuro", riassume Benedetti. "Il fatto è che nell'Europa occidentale, come negli Stati Uniti, dopo anni in cui il mercato è esploso repentinamente, si prevede la crisi. Quindi molti piccoli risparmiatori puntano verso Est, dove questo circolo vizioso deve ancora iniziare".

[estratto da DWEB la Repubblica delle donne]

Non solo piccoli risoarmiatori anche grandi imprese private

I numeri giustificano il fatto che, pur di ridare lustro alla città, gli ungheresi sono disposti a lasciare entrare grosse partecipazioni straniere anche nel mercato immobiliare. Al di là dei piccoli risparmiatori, infatti, hanno fiutato il business anche le grandi imprese private, che acquistano stabili storici, li ristrutturano con attenzione e investimenti milionari, e li adibiscono quindi a centri commerciali, show-room monomarca, alberghi, bar. Un esempio su tutti? Il New York Café, storico ritrovo degli artisti e degli intellettuali, è stato inaugurato lo scorso maggio, dopo che i finanziamenti del gruppo italiano Boscolo (che nello stesso stabile di fine Ottocento ha ricavato un hotel extralusso) lo hanno riportato alla magnificenza imperiale, per la gioia e l'orgoglio degli abitanti. A guardare da vicino, in città le pedine che si stanno muovendo sono tante. "L'appartamento che abbiamo comprato è nel 7 distretto, alle spalle del quartiere ebraico", aggiunge Renato De Giovanni, ingegnere pugliese. "L'abbiamo scelto perché la comunità ebraica di Parigi sta incentivando le ristrutturazioni di palazzi sontuosi e poi abbandonati al degrado durante il periodo comunista. È magnifico vederli risorgere, uno alla volta". È soddisfattissimo, Renato. Anche di come siano state veloci le procedure burocratiche legate all'acquisto. "Sono andato a Budapest "in esplorazione" nel giugno 2005, a novembre avevo già concluso l'affare. Nonostante magari ci si aspetti il contrario, rispetto all'Italia la prassi è molto più snella".

[estratto da DWEB la Repubblica delle donne]


Friday, July 13, 2007

Low cost e Mercato Immobiliare – Effetto Ryan air valido anche per Budapest

Anche CNNMoney tratta l'effetto Ryanair, l'effetto delle compagnie low cost sui mercati immobiliari per la seconda casa all'estero: volare costa meno e i prezzi salgono secondo l'apertura delle nuove rotte.
Secondo un report di Escapehomes.com, il 60% degli intervistati pensa di comprare una seconda casa a piu' di 500 miglia dall'abitazione principale. In passato il raggio utile era quello delle 2/3 ore di macchina: l'effetto è sicuramente piu' importante negli USA, dove le low cost sono meno ma le distanze sono molto piu' ampie.
Questo effetto e’ vero anche per l’Europa dove adesso investitori scelgono di comprare un’immobile di valore piu’ significativo (in capitali confinanti; come ad esempio budapest per l’italiano) a prezzi piu’ convenienti, invece di comprare qualcosa con meno importanza nella citta’ di residenza o fuori citta’.

Ungheria, casa (di proprietà) dolce casa

In confronto agli altri paesi/luogi d’investimento immobiliari dell’Est, la situazione in Ungheria sembra un po’ diversa. Il 37% dei polacchi intende emigrare, quindi non ha intenzioni di acquisto, nella repubblica Ceca c’e’ un insostenibile leggerezza dell’affitto mentre in Ungheria preferiscono le case di proprieta’. Dopo i mutamenti politici del 1989 appena l’8 % delle case è stato affittato. «Lo Stato ha investito in edilizia popolare, ed anche ai privati è stata concessa la possibilità di costruire. A questo periodo risalgono molte villette unifamiliari con giardino» dice Judith, una studentessa di Budapest. «Dopo il 1989 arrivò la privatizzazione e la gente poté acquistare la casa che prima solo affittava. In Ungheria la tradizione della casa di proprietà è fortemente radicata, mentre l’affittare casa risulta piuttosto impopolare. Al contrario degli europei occidentali gli ungheresi sono poco mobili e nel corso della loro vita traslocano solo 3 o 4 volte. E ciò per motivi non finanziari, quanto sociologici». A causa della forte inflazione degli ultimi anni i prezzi degli immobili in Ungheria si sono però triplicati. «Non è facile comprare una casa propria, però è ancora possibile» spiega Judith. «L’offerta di credito è molto sviluppata ed esistono anche misure di sostegno pubblico a favore di quanti versino in condizioni finanziarie disagiate. Tali misure consentono anche a giovani con modesti guadagni di acquistare una casa in proprietà».

Storia del Boom Immobiliare dell’Ungheria

Secondo l’Analisi RICS del mercato immobiliare residenziale Europeo nel 2005:

Tra il 2000 e il 2003, si e’ verificato un boom immobiliare significativo durante il quale I prezzi sono lievitati. Il boom e’ stato stimolato dalla carenza di immobili, dalla crescita economica e da sussidi governativi sostanziali per il finanziamento dei mutui. Nel 2004, si e’ in seguito registrato un declino delle attivita’ delle attivita’ del mercato immobiliare dal momento che i sussidi governativi sono stati bloccati e i tassi di interesse sono lievitati. Sebbene il ricorso a mutui ipotecari ha cominciato ad espandersi rapidamente negli anni recenti, la domanda e’ comunque cominciata da una base molto ridotta. Anche la costruzione edilizia continua ad essere prevalentemente commissionata dal proprietario della casa stessa per il consumo diretto, anche se negli ultimi anni si e’ sviluppata un’industria edilizia forte.

In Ungheria e’ presente una lunga tradizione di proprieta’ con occupazione diretta. Negli anni ’80. la proprieta’ diretta si aggirava intorno al 65%, con il restante patrimonio immobiliare in mano allo Stato. Pertanto, entro il 2002 per oltre il 90% lo stock abitativo era di proprieta’ degli occupanti stessi della casa, con soltanto il 4% rimasto in mano allo Stato e gran parte del rimanente patrimonio libero. L’Ungheria detiene ora il tasso piu’ elevato di occupazione di proprietari di casa di tutta l’UE e uno tra i piu’ elevati al mondo.

Thursday, July 5, 2007

Tassa sugli Immobili di Budapest (ICI)

Il ministero delle Finanze ungherese intende introdurre, a partire dal 2008, una tassa sulla proprietà immobiliare. Le aliquote più alte, pari all'1,5%, verranno applicate sulla proprietà dei beni immobili più cari. Le aliquote sugli immobili non utilizzati come residenze saranno dell'1%. La tassa annuale verrà applicata in misura progressiva al valore degli immobili : 0,15% per valori fino a 10 milioni di Fiorini (circa 37 mila euro), 0,3% fra i 10 ed i 20 milioni, 0,5% fra i 20 ed i 50 milioni, 1% fra i 50 ed i 100 milioni ed 1,5% oltre i 100 milioni.

L’Ungheria ambiente favorevole agli Investimenti

Secondo un articolo pubblicato dalla Informest Italia l’economia del Paese è dinamica. C’è stato un incremento del PIL del 4% negli ultimi dieci anni.

È quanto ha dichiarato il Segretario di Stato, Miklos Merényi, in occasione della convention annuale dell’Area Europea di Assocamerestero, organizzata dalla Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria (CCIU) e svoltasi a Budapest, di cui ha dato notizia l’AISE.

“Il 9 maggio – ha ricordato - è stato firmato l’accordo grazie al quale l’Ungheria riceverà 24,5 mld EUR, nell’ambito della programmazione europea 2007-2013 da Bruxelles. Il programma di sviluppo dell’Ungheria tiene conto dell’agenda di Lisbona, stabilisce la necessità di investire nello sviluppo dell’infrastruttura, nella difesa ambientale, mira a creare nuovi posti di lavoro e ad incrementare l’economia ungherese”.
Il Commissario Bajnai ha anche aggiunto che, grazie alla riforma del sistema dei concorsi, le PMI ungheresi potranno ottenere più facilmente le sovvenzioni dei fondi strutturali e di coesione. Il rappresentante d’Area e Presidente della CCIE di Nizza, Nicola Caprioni, ha sottolineato l’importanza dei fondi strutturali e di coesione che sono stati di grande aiuto per molti Paesi europei come l’Irlanda e la Spagna. Secondo Caprioni, adesso l’Ungheria avrebbe buone possibilità di trarre profitto da questi fondi grazie al giusto utilizzo dei finanziamenti europei.

Andamento Del Fiorino Ungherese dal 2003 al 2007


Notizie Investimenti Ungheria

L’Ungheria si colloca al quinto posto tra i Paesi europei nella classifica delle destinazioni scelte dagli investitori stranieri nel 2004. Lo ha annunciato il Ministro dell’economia Janos Koka, citando i risultati di un’indagine condotta da Ernst & Young. Il Paese è preceduto da Gran Bretagna, Francia, Germania e Polonia, mentre altri competitori regionali, come anche Russia e Spagna, si sono collocati molto più indietro. L’anno scorso l’Ungheria ha attratto investimenti stranieri per un valore di 3,4 miliardi di euro, pari al 4.8% dell’ammontare complessivo per l’Europa. Koka ha sottolineato che per il 2005 il Paese punta a superare i 4 miliardi di euro.
Al terzo posto tra i partners commerciali dell’Ungheria, l’Italia ricopre una posizione di primo piano nell’economia di quel Paese, mentre i nostri investimenti diretti - caratterizzati principalmente da piccole e medie imprese - presentano ancora margini di ampliamento. Per questo le Autorità di Budapest da tempo auspicano una maggiore presenza dei grandi gruppi industriali italiani. Il Ministro Fini da parte sua ha fatto stato del potenziale interesse verso l’Ungheria di gruppi italiani dei comparti della difesa e delle infrastrutture.

Il turismo di Budapest

Per Budapest il turismo rappresenta l’ 8 % del Pil della capitale e l’Ungheria è al nono posto nel mondo tra le mete congressuali, con un tasso di crescita annua del 10%. La capitale è tra le destinazioni preferite per i convegni, grazie anche ad una buona ricettività, con oltre 35.000 posti letto. I pernottamenti nel 2005 sono stati 6 milioni con un aumento del 6% sull’anno precedente. Un progetto importante è in fase di realizzazione con il Millennium City Center nella zona di Budapest sud, dalla capacità globale di 6.000 persone. Akos Niklai, presidente dell’ente per il Turismo, commenta: “L’Ungheria sta vivendo un periodo ricco di successi in campo turistico: negli ultimi 4 anni il segmento è aumentato del 46% e gli amici italiani sono al 4° posto per arrivi, dopo Germania, Gran Bretagna ed Austria. 4 sono i nostri prodotti di punta: Budapest, il Lago Balaton, le terme e il turismo d’affari”.

Vivibilita' di Budapest

Budapest è la città più vivibile dei dieci nuovi Paesi Ue. Lo dice la classifica della Economist Intelligence Unit:10/10/2005 - In base a una classifica stilata dalla Economist Intelligence Unit (Eiu) Budapest risulta la città con il migliore tenore di vita tra le 127 esaminate della UE 25. Il rapporto Eiu, secondo quanto riferito dalla sede Ice di Budapest, ha utilizzato 40 parametri di riferimento. L'indice varia da 0 (nessun problema) a 100: oltre i 20 punti la vita diventa difficile, mentre oltre i 50 punti la città è da evitare. Budapest si è posizionata al 57° posto, con un punteggio di 14,5. Praga ha totalizzato 16,6 punti, Bratislava 19,6, Varsavia 22,7, Bucarest 29,8 e Kiev 32,9.

Che tipo d’imposte devo pagare dando in affitto il mio immobile?

Esistono due alternative per il proprietario (come contribuente registrato in Ungheria): si puo’ semplicemente pagare alla tributaria il 25% del profitto guadagnato dall’affitto o pagare imposte sul ricavo (stipulato dai ricavi totali del privato, incluso lo stipendio). A meno il proprietario non abbia un salario molto basso in Ungheria, si troverá probabilmente nella fascia d’imposte del 38%, quindi generalmente la seconda alternativa non vale la pena a scheglierla.

Le societa’ devono pagare una imposta collettiva del 16% dal guadagno dell’affitto del immobile. Gli onorari dei agenti, le spese di viaggio per l’Ungheria possono essere dedotte dalle imposte.

Che tipo d’imposta devo pagare usando o vendendo un bene immobiliare?

1. IVA: I venditori non sempre devono pagare IVA nel caso di alcune transazioni immobiliari: scambio di un bene immobile per un altro, l’affitto, nel caso di una seconda vendita o post costruzione dell’immobile. In questo caso comunque i venditori (commercianti speculatori) non hanno diritto di un rimborso IVA di alcun tipo. Questi dati sono piu’ che altro importanti nel caso di speculazioni di grande misura (es. sviluppi immobiliari di categoria piu’ alta).

2. Imposta sul reddito: Tecnicamente le persone private sono tassate al 25% del profitto derivante dalla vendita di un bene immobiliar; a meno che c’e’ un contratto bilaterale che rende possibile altre soluzioni. Quindi, comprando un appartamento a 20.000.000 HUF (80000 EUR.) e vendendolo per 24.000.000 HUF (96000 EUR). si paga un quarto del profitto (4.000.000 HUF) all’ufficio imposte.

Come societa’, i costi documentati che rientrano nell’acquisto e la ristrutturazione del immobile vengono concederati dalla legge ungherese, quindi possono essere detratti dal profitto dalla vendita. Pssono essere dedotte le spese come quelle del viaggio e/o i costi dei servizi richiesti in connessione con il bene immobiliare. Consigliamo consultarsi a un commercialista nel ugherese per dettagli sulle possibilita’.

Il tributo puo’ essere rimborsato da ogni profitto della vendita di un bene immobile usato dal venditore o un congiunto per l’acquisto o per assicurare il titolo di acquisto di altri beni immobiliari residenziali se si svolge tutto in tempo limtato. Questa possibilita’ e’ pero rilevante soltanto ai acquisitori che sono residenti legali in Ungheria.

3. Imposta collettiva e dividendo imponibile: Nel caso dell’acquisto di un bene immobile mediante una ditta il profitto dalla compravendita del immobile viene tassata al 16%, cioé in base all’imposta collettiva attuale.

La ditta puo’ dedurre tutti i costi in connessione all’attivita’ pertinente all’immobile. Qui si parla delle spese inerenti a lavori di ristrutturazione (spese che aumentano il valore dell’immobile), la marca da bollo, onorari dei avvocati/agenti si possono detrarre dall’imposta attuale sui ricavi dei affitti e sui profitti guadagnati da una eventuale vendita. Questi lavori non comprendono le spese di manutenzione – non contano ad esempio le pulizie.

La impresa puo’ calcolare un minimo di ammortamento della proprieta’; cio’ vuol dire che al momento della vendita la proprieta’ figurera’ profitto soltanto nei libri. L’ammortamento (deducibile dalle tasse) sui edifici industriali ed edifici senza lungha e utile vita é stipulato al massimo al 2 %, mentre i beni immobiliari affittabili possono ammortare su una rata preferenziale di circa 5%. Calcolando ammortamento dell’immobile é molto importante assicurarsi che la percentuale corrisponda alla vita utile “anticipata” dell’immobile ed a altre direttive della contabilitá.

Infine, se la societa’ sceglie di vendere la compagnia intera, in Ungheria il venditore non deve pagare imposte sul guadagno di capitale in Ungheria ed il copratore non deve pagare la marca da bollo.